Sono trascorsi 32 mesi, poco, tanto tempo. In 32 mesi si compiono gli anni due volte, magari nascono due figli, due fratelli, perchè la famiglia in Calabria è fatta di matrimoni costosi e con tanti festeggiamenti, e figli, anche se il lavoro scarseggia.
Anche Massi era (ed è) un figlio, e un fratello maggiore, e semmai oggi mi venisse chiesto chi sia il più grande dei fratelli Carbone, io rispondo Massimiliano, perchè non mi assumo l'eredità di lui, non ammetto la sua assenza ingiustificata e ingiustificabile.
E nonostante il dolore sia indescrivibile, bisogna continuare con dignità e riservatezza, perchè non ci sono nè il tempo nè il luogo per consumarsi in pianti e manifestazioni di indignazione (legittimi!).
Io non possiedo gli strumenti culturali e linguistici di mia madre, purtroppo essi non si ereditano nella mappa genetica o per "osmosi", e poi, come Massimiliano, io amavo e amo il mio paese, la CITTA' di LOCRI, e sono cresciuta anche al di fuori del focolare domestico.
Forse per questo oggi mi reputo, in un certo senso, più dotata, io conosco lo sporco che impregna l'aria di Locri, come conosco quello che c'è di più bello e interessante, nella storia, nel folklore, nel ricordo di essa.
Ed ecco perchè, a due anni e otto mesi dalla perdita di mio fratello, esprimo la mia riflessione, elaborata nel tempo e fatta di elementi raccolti da testimonianze di solidarietà e da pettegolezzi, da attenzione mediatica e voci di quartiere, perchè a Locri non c'è l'ignoranza (quando si vuole si sa), ma l'incultura.
La nostra vicenda, della famiglia, degli amici, degli estranei (tanti) che hanno dimostrato interesse, impegno, o anche semplice curiosità, ha danneggiato più di una vita. Piangiamo in silenzio il nostro Massimiliano, ma abbiamo dichiarato la nostra guerra aperta all' ILLEGALITA', al RISERBO CHE E' OMERTA', e urliamo "VERITA' E GIUSTIZIA".
Non ci siamo fatti vendetta, seppure molti "Signori per bene" di Locri ce lo avessero suggerito, la nemesis non è catartica, e non restituisce il maltolto, vivo o morto che sia.
Non abbiamo mai avuto nè FONDI nè FONDAZIONI, paghiamo come colpevoli il nostro essere vittime di CULTURA MAFIOSA, viviamo del ricordo di Massimiliano, e del nostro patrimonio, fatto di valori e principi, che spesso ci hanno distinti, più spesso discriminati.
Non c'è invidia nella giustizia per gli altri, anzi, essa aumenta la nostra fiducia, e poi il dolore ci accomuna tutti, parenti di VITTIME, perchè la MORTE VIOLENTA rende vittima i peggiori come i migliori, e questo per sottolineare che la ormai dilagante affermazione "Delitti di serie A e di serie B" non si riferisce alla classificazione dei morti, ma alle risorse e all'impegno profuso per rispondere ad un fatto criminale piuttosto che a un altro.
Anche Massimiliano Carbone, mio FRATELLO, è un morto "ECCELLENTE", perchè eccellente è stata la sua vita, eccellente la sua educazione, eccellente la sua dimostrazione di nobiltà di animo e di modi, con TUTTI quello che hanno avuto la fortuna e l'onore di incontrarlo.
E che nessuno pensi mai di poter spegnere la nostra speranza di avere risposte concrete di verità e giustizia.
Perchè la legge si è fatta anche a Locri (ricordiamoci Zaleuco), perchè nessuno dimentichi mai che quello che è accaduto a qualcuno può accadere a chiunque. Perchè la vita ha un inizio e un termine, errare humanum est, l'imperfezione è umana, la violenza invece neanche animale. E il rischio di imbatterci nella violenza lo corriamo tutti, tutti i giorni, semplicemente vivendo come viviamo ora. Senza morale, senza rispetto, senza amore.
Irene Carbone, sorella di Massimiliano